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CHIESA E CONVENTO DI SANTA MARIA DELL'ITRIA
La chiesa originaria, dedicata a Santa Maria dell’Itria, era di dimensioni più ridotte dell’attuale: nel 1621 fu ceduta ai Padri Agostiniani Scalzi insieme alla sagrestia e ad altri locali annessi.
Nel 1623 iniziarono i lavori di ampliamento, che si protrassero fino al 1697, su progetto dell’architetto Pietro Lo Castro. I lavori di completamento e rifinitura risalenti ai primi anni del ‘700 e protrattisi per tutto il secolo furono compiuti dall’architetto Giovanni Biagio Amico, che aveva predisposto anche i disegni del mattonato della chiesa. Nelle quattro nicchie sul prospetto principale erano collocate quattro statue in stucco dello scultore Cristoforo Milanti, autore anche del medaglione in rilievo sopra il portale. Le statue, raffiguranti Sant’Agostino, San Tommaso Villanova, San Nicola da Tolentino e San Giovanni da San Fecondo, sono state rimosse nel 1827 a causa del grave stato di degrado, essendosi reso necessario un intervento di restauro del prospetto stesso. La chiesa ha pianta longitudinale, con un'unica navata centrale e due piccole laterali che suddividono lo spazio interno. Il prospetto sulla via Garibaldi rivela due ordini: il primo è ornato da sei colonne corinzie poggianti su alti plinti; ai lati del portale si trovano due nicchie oggi mutile delle statue; una cornice marmorea a guisa di gola riquadra un medaglione a rilievo.
Il secondo ordine, scandito anch’esso da sei colonne corinzie, ha gli stessi ritmi di prospetto del primo: unica variazione una finestra centrale posta in asse col portale. Un coronamento cuspidato completa la facciata ed inquadra lo stemma degli Eremiti di Sant’Agostino. Dei due torrini campanari rimane uno solo, ricostruito in tempi recenti. All’interno lo spazio è adornato da una pregevole sequenza di colonne che sottolineano la divisione tra la navata centrale, più alta ed ampia e completata da una volta a botte, e le due laterali più piccole. L’abside è impreziosita da un altare in marmo ed una nicchia del ‘700 finemente lavorata. Alle pareti si trovano pregevoli dipinti e stucchi. Il convento, oggi, è sede del Liceo Scientifico.
Numero tappa | 18 |