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CHIESA E MONASTERO DI SAN MICHELE

 
Chiesa e monastero di San Michele

Il complesso monastico, di lontane origini normanne risalenti a Giorgio Antiochia, ammiraglio di Ruggero II,  fu interamente ricostruito tra il 1627 e il 1678; del 1771 è il robusto campanile che chiude il fronte del monastero sulla piazza.

La chiesa con la sua cupola, la più alta di Mazara, sorge nell’antica contrada della Giudecca, all’interno del perimetro dell’ex città murata, e rappresenta una delle emergenze che contraddistinguono la vista della città da lontano.

L’involucro della chiesa fu edificato nelle sue strutture principali nella prima metà del seicento, in un’area attigua al monastero omonimo, essendo la chiesa primigenia insufficiente ai bisogni della crescente comunità; fino alla fine del XVIII secolo invece vengono effettuate aggiunte di carattere architettonico ed ornamentale: la cantoria ad opera del maestro Pugliese, la facciata coronata da un timpano sormontato da tre statue con al centro quella di San Michele, opera di Alberto Orlando, il pavimento in maiolica realizzato sotto il governo della Badessa Piaggio e Grimaldi, infine gli altari in marmo dell’abside e delle cappelle laterali. Già ornato dagli stucchi di Bartolomeo Sanseverino, nel 1766 il tempio viene affrescato da Tommaso Sciacca, raffigurante il Trionfo di San Michele su Lucifero. Realizza anche alcune tele; nel 1789 si affresca la volta con l’”Ultima cena”.

La grande cupola al centro, impostata su di un tamburo cilindrico e conclusa da un lanternino, rappresenta il fulcro di tutta la chiesa a navata unica coperta da una volta a botte lunettata, con le piccole cappelle laterali, tre per lato, ed il transetto poco sporgente. Le arcate di chiusura delle cappelle laterali sono sormontate da finestre con grate a petto d’oca, affacci sulla chiesa delle due ali del loggiato interno. Quest’ultimo percorre lateralmente i lati della navata ed è raccordato al di sopra dell’ingresso da una cantoria in legno, mentre un altro loggiato interno, posto ad una quota inferiore, si affaccia con tre finestre anch’esse con grate alla zona absidale della chiesa. La ricca ed elegante decorazione dell’interno, di gusto rococò, si contrappone al carattere del pieno barocco di tutta la chiesa, con la facciata esterna ancora di gusto rinascimentale pur essendo dei primi del settecento

Numero tappa 10

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