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Esedra del Balio
Scala monumentale a sei rampe d'ingresso, l'esedra del giardino del Balio costituisce il primo approccio al parco di stile romantico inglese, frutto della trasformazione avvenuta per volere del conte Agostino Pepoli dopo il 1872. Il nome "Balio" deriva da "Bajulo", magistrato che in età normanna rappresentava il potere regio nelle città demaniali. Incorniciata dal verde, l'esedra funge da base virtuale ad un padiglione di ristoro in stile neoquattrocentesco ericino, inquadrandosi all'interno di un movimento di pensiero che vide quasi tutte le città d'Italia abbellirsi di parchi e giardini pubblici. Costituita da gradini in pietra locale che si alternano con gli ampi pianerottoli e gli slarghi di sosta, è delimitata lungo i lati da muri-parapetto, scanditi da piastrini a bugnato rustico nei punti di passaggio dal piano all'inclinato. Tali muri, in opera incerta di calcare locale, hanno uno zoccolo duro rustico ed una copertina liscia. Il primo pianerottolo, rettangolare, prelude al secondo più in alto di forma quadrata, che ospita nei suoi angoli arrotondati quattro sedili curvi addossati ai muri perimetrali. La terza piazzola, anch'essa rettangolare, si allarga in un'esedra che, concludendo l'insieme architettonico, è costituita dal muro con sedile semicircolare in opera incerta. Tutto l'insieme fa da fondale alla via Conte A. Pepoli, costituendo un Belvedere naturale verso la pianura a sud del monte con le città di Trapani e Marsala, le isole dello Stagnone e l'arcipelago delle Egadi, inserendosi nel contempo all'interno del giardino del Balio che abbraccia le torri del Castello Pepoli ed il Castello di Venere.
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