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Erice: itinerario dal mito alla storia

 

Mito e storia invadono le vie e le piazze di Erice, antico borgo che conserva intatti meravigliosi tesori medioevali offrendoli allo sguardo del turista accanto alle memorie archeologiche di un territorio che ha visto svolgersi il cammino di remote civiltà. Situata a 750 metri d’altitudine sulla cima del Monte San Giuliano, ad appena 15 chilometri dal capoluogo Trapani e in una posizione privilegiata per gli ampi panorami che regala al visitatore, Erice fu, prima di tutto, la città degli Elimi, per poi passare sotto il dominio dei Fenici, dei Greci, dei Romani.
Nel Medio Evo, nuovi signori si contesero il possesso della città, dai Vandali ai Normanni, e, per questi ultimi, Erice rappresentava un importante baluardo strategico per il controllo del Canale di Sicilia. Ma per ricostruire la storia di questo splendido borgo, non c’è nulla di meglio che ripercorrerne le tappe evolutive seguendo l’itinerario tracciato dalle testimonianze monumentali che costituiscono il tessuto architettonico e culturale della città.

Si può partire dalle mura ciclopiche che cingono Erice: le loro origini risalgono all’epoca degli Elimi, ma subirono rimaneggiamenti da parte dei Fenici, dei Romani e anche dei Normanni. Le mura ciclopiche sono interrotte da torrioni e da tre porte normanne: porta Spada, porta del Carmine e porta Trapani, maestose e affascinanti nel loro racconto muto di vicende tanto remote nel tempo.
Un discorso a parte merita il Castello di Erice, detto Castello di Venere, costruito durante la dominazione normanna nello stesso luogo in cui sorgeva un antico tempio pagano dedicato al culto di Venere: all’interno del maniero si può ammirare ancora oggi un pozzo in cui, stando alla leggenda, Venere stessa faceva il bagno immersa nel latte.

Altra imprescindibile tappa nell’itinerario tra le bellezze artistico-storiche di Erice è la Chiesa Madre, in stile gotico, che con ogni probabilità si iniziò a erigere nel 1312 per volere di Federico II d’Aragona utilizzando anche materiale proveniente dalle rovine del tempio pagano di Venere. Al suo interno, un vero tesoro attende il visitatore: 70 pregiatissime opere di argenteria, oreficeria, alabastro, avorio, pittura, scultura, corallo e ricami in oro e seta, tutti datati tra il Trecento e l’Ottocento. Bello, accanto al Duomo, il Campanile, chiamato anche Torre di Re Federico, alto 28 metri e costruito alla fine del Duecento sui resti di una precedente torre di avvistamento.

Sul punto più alto e centrale del monte su cui si arrocca Erice c’è la chiesa di San Giuliano, fatta costruire nel 1076 dal Gran Conte Ruggero per ringraziare il Santo della sua intercessione durante l’assedio che gli valse la vittoria sui musulmani. Accanto alla chiesa c’è l’Oratorio dei 33, così battezzato in ricordo del numero, appunto 33, dei componenti della Congregazione del SS: Sacramento che ne volle l’edificazione nel 1636.
E, per completare il quadro di un itinerario alla scoperta del volto storico-artistico di Erice, mancano ancora tre importanti tappe: la chiesa di San Martino, che tradizione insegna sia stata eretta per volontà di Ruggero il Normanno, la chiesa di San Giovanni, la più grande di tutta la città e costruita nella prima metà del Quattrocento e, infine, i magnifici Giardini di Balio, che celano all’interno il castello Pepoli, di origine normanna ma modificato nell’Ottocento per trasformarlo in villa.